Pane con lievito madre: ottieni una mollica soffice, fragrante e alveolata e scopri divertendoti la chimica della fermentazione!
Farina, acqua e lievito, questo è il pane, un insieme di ingredienti semplici che danno vita a un prodotto meraviglioso e capace di sprigionare profumi e sentori unici.
Per il pane sono numerose le variabili: la temperatura, l’umidità, l’acidità… non c’è una soluzione a questo, non a caso la panificazione è un’arte che si impara con tanto tempo e dedizione. Ricordatevi che le tempistiche SONO DIFFERENTI, a seconda della stagione, in estate saranno molto più brevi rispetto all’inverno, ma in generale la temperatura ideale per far avvenire correttamente la lievitazione si aggira intorno ai 26-28 gradi, e per questo è consigliabile una camera di lievitazione (su Amazon costano poche decine di euro) per avere una temperatura controllata. Il lievito è un elemento vivo, quindi i tempi SONO INDICATIVI, tutto dipende da voi, siete voi a dover capire quando il vostro impasto è pronto, ma soprattutto dovete “comunicare” con il vostro impasto e l’unico modo per farlo è toccarlo.
Per questa ricetta nello specifico userò del lievito madre a coltura liquida, il mio Li.Co.Li, ma se non ne avete, il mio consiglio è quello di non usare direttamente del lievito di birra, ma di realizzare una biga così che il risultato finale possa essere più fragrante, e in generale migliore. Se decidete di usare il lievito madre, prestate attenzione alla sua acidità (4-4.2 pH, dovrebbe essere quella corretta), ma se non avete un phmetro, il momento corretto di usare il lievito è poco prima del collasso o nel momento del collasso stesso. Per il rinfresco prima della preparazione del pane, usate la stessa farina che userete poi nella ricetta e fate un rinfresco con 1 parte di Licoli 2 parti di farina e 2 parti di acqua.
Solo per parlare della farina più adatta, sarebbe necessario scrivere un post a sé, ma in generale è necessario sapere che, per questa tipologia di pane che dovrà lievitare a lungo, serve una farina con almeno 12-13 gr di proteine e con una forza abbastanza elevata (la W dipende dall’idratazione del nostro impasto). Per la ricetta ho optato per una farina con una W 380. Per la qualità della farina invece possiamo sbizzarrirci, facendo diversi esperimenti; a mio parere, la miscela perfetta di farina per ottenere un pane con una crosta croccante ma con una mollica soffice e profumata è un rapporto 4 parti di farina tipo 1 e una parte di farina integrale.
Ingredienti
- 400 gr di farina tipo 1 (naturalmente le quantità dipendono dalla dimensione della pagnotta che volete fare)
- 100 gr di farina tipo integrale
- 350-400 gr di acqua a temperatura ambiente (a volte la farina riesce ad assorbirne anche di più, dipende dall’umidità, ma non consiglio di andare sotto a questa quantità)
- 10 gr di sale
- 100 gr di Li.Co.Li
- 2 grammi di malto
Procedimento
In una planetaria, o ancora meglio un’impastatrice, (anche a mano ma con molto olio di gomito), unite le farine, il lievito e iniziate a impastare, unite poi gradualmente l’acqua ma tenendo una piccola quantità da parte. Impastate per circa 10 minuti, poi coprite e fate riposare a circa 28° per un’oretta (stiamo effettuando una specie di autolisi per sviluppare il glutine). Uniamo poi il sale, aggiungiamo l’ultima parte d’acqua e impastiamo per circa 5 minuti ad alta velocità, sino a quando l’impasto risulterà ben incordato e avrà sviluppato una buona maglia glutinica.
Facciamo riposare l’impasto per circa 45 minuti e poi facciamo almeno due giri di pieghe con intervalli di 45 minuti.
Dopo le pieghe, trasferiamo l’impasto sul piano da lavoro (preferibilmente in metallo) e diamo forza all’impasto con degli slap and fold (effettuiamo le pieghe con le mani leggermente umide), se l’impasto risulta troppo appiccicoso, lo facciamo riposare per 30 minuti prima di proseguire. Facciamo riposare l’impasto per altri 30 minuti e eseguiamo la laminazione (la laminazione è molto importante per ottenere una pagnotta più alveolata).
Facciamo riposare l’impasto per circa 45 minuti e poi procediamo con la formatura: prendiamo l’impasto e lo allarghiamo leggermente fino ad ottenere un rettangolo, spargiamo della farina, non troppa, giriamo il rettangolo, il lato infarinato deve essere rivolto verso il basso, e chiudiamo il pane nel verso non infarinato, assicurandoci che sia ben in tensione con dei pizzicotti. Inseriamo la pagnotta in un cestino di lievitazione, infarinato e lo riponiamo in frigo per una notte.
Dopo una notte, applichiamo un taglio profondo e preciso sulla forma e inseriamola in una pentola, preferibilmente in ghisa, coperta e inforniamo a circa 200° per 30 minuti con il coperchio e 20 minuti senza coperchio (per ottenere un orecchio più sviluppato possiamo usare uno spruzzino con un po’ d’acqua per creare umidità).


Se comunque foste interessati alla vera chimica che c’è dietro al pane, ecco qui il lavoro di qualcuno che ha studiato veramente ciò.

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