“Belin che buona!… o Maremma?”

La farinata è un piatto tipico ligure/toscano, che riesce a unire, con pochi ingredienti, un pasto equilibrato e goloso!

A dirla tutta non è qualcosa di troppo diverso dalle panelle siciliane (delle quali forse parleremo in un post futuro). Ebbene sì, i toscani, liguri e siciliani non hanno inventato nulla di nuovo… la storia della farinata, cecina e in generale un po’ tutti gli “street food” a base di ceci, inizia nell’antica Roma. Alcuni scritti, infatti, raccontano di una purea di ceci lasciata seccare lentamente in forno, ma non è finita qui! Più tardi, durante le Repubbliche Marinare di Pisa e Genova, i marinai avevano bisogno di pasti proteici e facili da stivare, e quale migliore pasto della farinata o fainâ (in dialetto ligure)?!

Col tempo, come per molti altri piatti, lo scambio tra culture ha fatto il resto, e oggi possiamo apprezzare la farinata anche in Sardegna, Corsica e persino in Uruguay e Argentina!


Ingredienti

per 4 teglie dal diametro di 28 centimetri

  • 400 gr di farina di ceci;
  • 1100 gr di acqua;
  • 25 gr di olio + l’olio per ungere le teglie;
  • sale fino q.b.
  • pepe q.b.

Procedimento

Per fare la farinata unite in una ciotola la farina e l’acqua. Mescolate energicamente con una frusta, e lasciate riposare per un’oretta a temperatura ambiente, o meglio ancora, tutta la notte in frigo.

Se sul fondo si saranno depositati dei pezzetti di cece è normale: per farli tornare in sospensione, mescolate energicamente e aggiungete l’olio, il sale e il pepe.

Ungete le teglie e versateci dentro 2/3 mestoli della pastella, deve essere spessa 5/7 mm.

Cuocete tutto in forno statico a 300° per 10 minuti, o se come me avete un forno che non riesce ad arrivare alla temperatura del sole, a 250° per un 15/20 minuti. Deve avere un colore dorato. Lasciatela riposare e DIVORATELA! È buonissima anche fredda!

p.s.
È vietato usare olio di bassa qualità… ma non lo dico io, bensì un decreto della Repubblica di Genova del 1447!



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